Gli “adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili” non sono solo un adempimento. Se li progetti bene diventano la base per prevenire crisi, prendere decisioni migliori e far crescere l’impresa in modo sostenibile.
Che cosa prevede l’art. 2086 c.c.
L’imprenditore ha l’obbligo di dotarsi di assetti idonei a rilevare tempestivamente segnali di crisi e a garantire la continuità aziendale. tradotto: servono strumenti e processi che rendano la gestione misurabile, tracciabile, controllabile.
Mindset a confronto: “minimo sindacale” vs approccio strategico
L’approccio difensivo (e perché non basta)
- documento organizzativo formale
- procedure basilari “per stare in regola”
- contabilità che registra ma non analizza
- compliance solo apparente, nessun valore aggiunto
Risultato: azienda reattiva, non proattiva. decisioni a sensazione, poca cultura dei numeri.
L’approccio strategico (la norma che crea valore)
- ruoli e responsabilità chiari → più velocità decisionale
- procedure e controlli solidi → meno errori e sprechi
- contabilità integrata al controllo di gestione → dati utili, non solo registrazioni
I tre pilastri: come devono essere “adeguati”
Assetto organizzativo
- organigramma e deleghe documentati
- mappatura processi core (commerciale, produzione/erogazione, acquisti, amministrazione)
- kpi di reparto e cadenze di verifica
Assetto amministrativo
- procedure per ciclo attivo e passivo, tesoreria, scadenziario
- controlli interni su autorizzazioni, limiti, riconciliazioni
- workflow digitale e tracciabilità documentale
Assetto contabile
- piano dei conti coerente con l’analisi gestionale
- scritture tempestive e ratei/risconti corretti
- report periodici: conto economico gestionale, stato patrimoniale, cash flow
I vantaggi concreti per pmi e professionisti
- accesso al credito più semplice grazie a bilanci chiari e verificabili
- attrattività verso investitori e partner
- produttività interna: meno frizioni tra reparti, più coordinamento
- scalabilità: l’azienda regge la crescita e la complessità
- riduzione del rischio: segnali di allerta letti in tempo
Dal dire al fare: percorso operativo in 5 step
- assessment iniziale
foto dello stato attuale: processi, deleghe, strumenti, reportistica. - design degli assetti
organigramma, procedure, kpi, calendario di controllo. - set-up del controllo di gestione
centro di costo/ricavo, budget, forecast, cruscotti (marginalità, break-even, cassa). - implementazione e formazione
adozione software, workflow e training del personale. - ciclo di miglioramento continuo
meeting mensili sui numeri, revisione trimestrale degli obiettivi, piani d’azione.
Strumenti essenziali (pratici e subito utili)
- cruscotto direzionale mensile con 6–8 kpi chiave
- cash flow previsionale a 13 settimane
- analisi marginalità per prodotto/cliente/commessa
- budget & forecast con scenario base, ottimistico, prudente
- checklist di conformità agli assetti (revisionata ogni 6 mesi)
Errori comuni da evitare
- trattare gli assetti come “carte da archiviare”
- non assegnare responsabili e scadenze ai processi
- report lunghi e poco leggibili (meglio pochi numeri rilevanti)
- software senza progetto: prima il modello, poi gli strumenti
Quando intervenire (segnali spia)
- margini altalenanti “senza motivo”
- tensioni di cassa ricorrenti
- crescita dei ricavi ma utile fermo
- ritardi cronici in consegne/fatturazione/incassi
- dipendenza da pochi clienti o fornitori
Compliance o strategia?
L’obbligo c’è, ma la differenza la fa l’approccio. Gli adeguati assetti possono essere un “costo di legge”… oppure la tua centrale di controllo per gestire rischio, performance e crescita.
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